Lecce e Grecìa Salentina

Sta oramai giungendo l’autunno, le prime foglie cominciano a staccarsi dai rami per formare un tappeto colorato su cui porre i nostri passi. Ma il Salento gode ancora di una temperatura “mite”: i tiepidi raggi del sole fanno capolino dietro le nubi e riscaldano questa terra “rigogliosa” di tradizioni ed “orgogliosa” della sua storia millenaria. È per questo che SalentoVirtuale.com vuole offrirvi un itinerario anche in una stagione non molto apprezzata dai turisti. Cominciamo da Lecce, la “capitale” del Barocco, la “Firenze del Sud”, come la chiamano in molti. La città è tutta da visitare: da Piazza S. Oronzo a Piazza Mazzini, magari con una sosta in Via Trinchese (che collega, appunto, le due piazze) per uno shopping vario e articolato. E poi Porta Napoli, Porta Rudiae, Porta S. Biagio, senza dimenticare le meraviglie che offre la Basilica Cattedrale di Santa Croce: l’esempio “per eccellenza” del Barocco leccese. E ancora la Chiesa di S. Irene, il Duomo con l’annesso Campanile, la Chiesa di S. Matteo, la Chiesa del Rosario, la Chiesa e Convento dei SS. Niccolò e Cataldo: insomma, ogni angolo, ogni pietra di questa città reca in sé una storia centenaria, che sarà molto più apprezzata in una stagione “lontana” dalle affollate spiagge estive… Ma il Salento non è solo Lecce: così vi proponiamo un “percorso”alla scoperta dei paesi della “Grecìa Salentina”, a sud-est del capoluogo. Raggiungeremo prima Calimera, méta obbligata per chi voglia propiziarsi la maternità o la potenza virile. Qui, infatti, e precisamente nella Chiesa di S. Vito, è situato il “Nemanthol”, un “buco circondato di pietra” che la tradizione vuole portatore di “fertilità” sia per le donne sia per gli uomini. Da Calimera eccoci a Martano per una passeggiata tra le suggestive case a corte (come quelle in Via Zacà, ad esempio). E poi, sulla strada per Martignano, ci imbatteremo nella Specchia dei Mori, detta anche Specchia del diavolo: qui, dice la leggenda, i Mori furono costretti dagli dei a dimorare per sempre nelle viscere della Terra per aver osato sfidarli. Sempre nei dintorni, se saremo fortunati, potremmo scorgere qualche caratteristica pozzella, dove un tempo la gente attingeva l’acqua per usi domestici e per abbeverare gli animali. Da Martignano ci spostiamo a Sternatìa per oltrepassare la Porta “Filìa” (o dell’amicizia): si racconta che da questa porta entrassero gli sposi e vi uscissero i morti. Quindi, se non siete superstiziosi, accomodatevi… E poi raggiungeremo Soleto, per ammirarne l’imponente Guglia (alta quasi 40 m) che, si dice, fu costruita in una sola notte da streghe e quattro diavoli evocati dal Tafuri, un saggio e stregone del ‘500… Ma adesso dirigiamoci a Corigliano d’Otranto, per un’occhiata al Castello, provvisto di fossato, che mostra affascinanti elementi decorativi e busti di personaggi tra cui anche Cristoforo Colombo… Quindi passiamo a Melpignano, nell’elegante Piazza S. Giorgio con i suoi porticati di fine ‘500: in questo luogo, a quel tempo, si ritrovavano tutti i commercianti non solo di Melpignano e dintorni, ma anche di Napoli e di Bari. Nelle zone al di fuori dell’abitato poi, potremmo scorgere qualche menhir (o pietrafitta): si dice che queste maestose costruzioni facessero la guardia a tesori nascosti lì sotto. Chiunque vi si fosse recato per impadronirsene, se non avesse avuto un cuore puro, essi si sarebbero levati in aria per poi schiacciarlo con il proprio peso. Ma è solo una leggenda… non trovate? Come ultima méta del nostro itinerario eccoci a Castrignano dei Greci. Degna di nota qui è senza dubbio la Cripta bizantina di S. Onofrio del VI secolo d.C. (periodo paleocristiano), realizzata in una grotta naturale dalla quale si ricavano due ambienti sorretti da colonne in pietra leccese. Poi da ammirare c’è anche il Castello cinquecentesco fatto costruire dai Gualtieri. Completo ancora di fossato, ha una struttura possente ornata di stemmi gentilizi e decorativi. Infine, alla periferia dell’abitato, potremmo ancora imbatterci in qualche pozzella e magari restarcene un poco lì accanto, lontani dalla vita rumorosa della città, a “crogiolarci” sotto un tiepido sole e lasciarci avvolgere da un incantevole paesaggio imperniato da secoli di storia.