Curiosità

FORUM



CITTA'
>LECCE
>TARANTO
>BRINDISI
>ALEZIO
>CASARANO
>GALLIPOLI
>LIZZANELLO
>MAGLIE



CONSIGLIATI
Il tuo sito qui
Titolo: Briatore, la 'ricetta' per il Salento: 'I ricchi non cercano cultura e masserie ma hotel sul mare'
Data: 20/09/2016 Fonte: leccesette.it
Questa news è stata letta: 393 volte

Briatore, la 'ricetta' per il Salento: 'I ricchi non cercano cultura e masserie ma hotel sul mare'

News: L’imprenditore nel suo intervento ad Otranto nel dibattito sul turismo boccia il sistema turistico pugliese e racconta la sua esperienza, presentando l’idea del Twiga beach.

Marchi riconoscibili, brand di lusso, catene di alberghi anche sul mare e divertimento: è questa la “ricetta” turistica che l’imprenditore Flavio Briatore ha rappresentato ad Otranto per raccontare la riproduzione del “modello Twiga” nella città dei Martiri e per attrarre i ricchi sul territorio. “Sono gli unici che spendono davvero” ha ribadito più volte a corredo del suo ragionamento.

È un Briatore “coerente” col suo pensiero (a tratti con punte di classismo neanche troppo velate, quando paragona il turismo d’elite a “una stanza pulita”) e col suo stile, che non conosce mediazione, quello andato in scena al castello aragonese, nell’incontro di “Prospettive a Mezzogiorno”, dedicato al futuro del settore turistico nel Salento: accalappia gli applausi degli imprenditori presenti in sala, quando critica il “turismo dei camper”, boccia le strutture ricettive di seconda fascia (“alberghetti”, “b&b", "pensioni” e “masserie sperdute”) e chiede una regia nazionale nel settore (“Abbiamo una macchina ad alta velocità ma siamo senza pilota”), puntando il dito contro la politica ("a guidare il turismo c'hanno messo sempre uno che doveva stare da qualche altra parte e s'è trovato lì" e ancora "ma come fai a decidere di turismo se il turismo non l'hai mai visto?") e aggiungendo che il turismo potrebbe essere la prima "azienda" in Italia ma che rappresenta solo al momento il 10% del Pil.

Non piace, invece, a quella fetta di platea che non condivide l’idea di vedere il territorio snaturato delle proprie peculiarità, omologando il Salento a Dubai: “I ricchi, quello che conosco io, spendono anche 25mila euro al giorno in un posto per i loro yacht, ma vogliono tutto e subito: non cercano prati o musei, se ne fregano della cultura... per quella vanno a Roma o a Firenze; chiedono alcuni servizi precisi come divertimenti per i figli, un albergo extralusso sul mare, posti dove stare bene”.

Qualche fischio e qualche contestazione dal pubblico arriva da chi ritiene improponibile l’idea di vedere pezzi di costa stravolti dalla costruzione di strutture ricettive: “Noi certo turismo non lo vogliamo” – grida qualcuno tra i presenti. “E allora non fate niente” – ribatte Briatore un po’ sorpreso dalle contestazioni.

Nel suo discorso, c’è spazio anche per una critica al sistema delle infrastrutture salentine in generale (“qui siete almeno vent’anni indietro”) e per la propria esperienza in altre zone: dalla Sardegna dove “si è fatto qualcosa” ma non a sufficienza (“la gente lì non vuole vivere di turismo, ma fare i pastori”), a Montecarlo, passando per Monaco (“dove fatturiamo 13 milioni di euro a stagione”), fino al Kenya (“dove abbiamo realizzato una struttura in cui ai nostri clienti sembra tutto fuorché di stare in Kenya”). Briatore elogia l’esperienza di Borgo Egnazia, dove sorge il resort premiato a Las Vegas come migliore al mondo: “Chi l’ha fatto è uno che c’ha degli attributi grandi, perché ha realizzato qualcosa di geniale in mezzo al deserto, dove non c’è praticamente nulla”.

Poi corregge il tiro su alcune dichiarazioni precedenti: "Non intendevo dire nulla di strano, ma solo che se volete un certo tipo di turismo servono le infrastrutture". Porti, treni, collegamenti rapidi, solo per fare qualche esempio: "In Francia - spiega - hanno la metà dei chilometri delle coste italiane e il triplo dei posti barca: ognuno ha il turismo che si merita". Poi Briatore passa ad elencare i numeri di compagnie aeree che percorrono le principali tratte internazionali, confrontandole con i dati di alcune zone turistiche italiane. "Servono infrastrutture - rilancia - ma non solo quelle". Il riferimento, in questo caso, è all'importanza di investire in formazione: “Qui - afferma - non esistono istituti alberghieri di livello, per trovarli bisogna andare in Svizzera, a Losanna e Ginevra, dove peraltro i migliori insegnanti sono italiani. A Dubai i nostri camerieri guadagnano anche 4mila euro di mancia a settimana e sono diventati manager”...(continua)


 Link correlato alla news 
www.leccesette.it/dettaglio.asp?id_dett=38920&id_rub=58


 Invia la news 
Tua e-mail:
E-mail amico :