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Titolo: Salento, 'Spostate il tracciato del gasdotto: noi difendiamo gli ulivi'
Data: 30/03/2017 Fonte: vanityfair.it
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Salento, 'Spostate il tracciato del gasdotto: noi difendiamo gli ulivi'

News: Ci sono 211 ulivi incappucciati come condannati a morte. La loro colpa è di sorgere lungo il tracciato di Tap, Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto in costruzione per portare il gas dall’Azerbaijan in Europa, passando per l’Italia. Più precisamente per San Foca, marina di Melendugno, costa Adriatica pugliese in provincia di Lecce.

Per difendere questi ulivi, centinaia di cittadini e alcuni sindaci con addosso la fascia tricolore ieri hanno fronteggiato i manganelli, finendo a terra. Il bilancio è di 2 agenti e 6 manifestanti contusi.

Siamo su uno dei tratti più belli della costa di quel Salento incontaminato che ha fatto innamorare turisti di tutto il mondo. A poche centinaia di metri da quei lidi che hanno fatto guadagnare al territorio l’appellativo di capitale del reggae.

In realtà, gli ulivi saranno ripiantati al loro posto una volta che Tap costruirà il tunnel in cui passerà il gas, ma la loro difesa è diventata una battaglia di principio. E la sindrome Nimby (Not in my back yard, non nel mio giardino), qui non c’entra affatto: non si chiede di non realizzare l’opera, ma di spostarne l’approdo circa dieci chilometri più a nord, in un’area meno turistica, con il consenso già incassato del Comune interessato. E, nel frattempo, di preservare gli ulivi.

Ma ieri la situazione è precipitata: momenti di tensione, fino alle cariche contro cittadini che hanno fronteggiato i militari con le mani alzate. Stato contro Stato, perché davanti ai manganelli si sono trovati anche consiglieri regionali e una decina di sindaci con indosso la fascia tricolore. Tra loro c’era anche Marco Potì, sindaco di Melendugno. Dinanzi al prefetto, che lo ha ricevuto dopo i tafferugli, Potì si è detto umiliato.

Sindaco, il presidio pacifico va avanti da giorni. Come mai si è arrivati allo scontro?
«È stata una giornata triste per la democrazia in Italia. C’erano nonni, disabili, donne e bambini che manifestavano pacificamente di fronte a uno spiegamento di forze dell’ordine sproporzionato. All’improvviso, un’esibizione di forza per far passare le ruspe».

Ci sono state delle cariche. Anche lei è stato malmenato?
«Quando gli scudi hanno iniziato a spingere, io e i gli altri sindaci ci siamo messi in mezzo per evitare che facessero male a queste persone. Abbiamo creduto che le fasce tricolore che indossavamo li avrebbero fermati, invece siamo stati travolti, spintonati e caricati. È volata qualche manganellata, qualcuno si è fatto male: lo Stato contro lo Stato, scene che non avrei mai voluto vedere».

Cosa chiedono i manifestanti No-Tap?
«Di cambiare il tracciato di quest’opera, incompatibile con la vocazione turistica del Salento. Per il momento chiediamo che “il sacrificio” degli ulivi sia rimandato: non c’è alcuna urgenza fino a che non sarà chiarito il conflitto di attribuzione di poteri tra Regione e ministero. Cioè finché l’esito dei ricorsi dinanzi ai giudici amministrativi non dirà a chi spetta concedere le autorizzazioni mancanti»...(continua)


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