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Titolo: Salento che vai, usanza che trovi: cari turisti, diffidate dalle 'imitazioni'
Data: 25/07/2016 Fonte: leccenews24.it
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Salento che vai, usanza che trovi: cari turisti, diffidate dalle 'imitazioni'

News: Dal Salento. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, tanti (forse troppi) ne vorrebbero sfruttare il nome. Che il Salento piaccia, vada di moda e in molti, da ogni dove, sognino ormai di trascorrerci le vacanze e prendere parte alle feste e agli eventi che ne mostrano la bellezza e ne propongono i sapori, è un dato di fatto. D'altro canto, però, è anche vero che, purtroppo, questo possa suscitare invidie o, peggio, suggerire l'idea di mutuarne il brand al mero scopo di battere cassa e vivere, quindi, di luce riflessa. E sì perché, quando si parla di Salento, si identifica un territorio specifico con una storia a sé stante che, ancora oggi, si riverbera in una cultura contadina e in un dialetto, nato in seno alla scuola poetica siciliana di Federico II di Svevia, che è, in buona sostanza, un idioma avulso da tutti quelli più francofoni che caratterizzano la Puglia e, di fatto, il primo italiano sorto quando ancora, a Firenze, Dante e Petrarca non erano neppure nati.

Ma allora, dov'è di preciso che ha inizio e fine il Salento? Su internet e su certe guide turistiche si trovano le tesi più disparate, spesso dettate, come già detto, da interessi e tornaconti meramente economici ma se, come ci abbiamo tenuto a rimarcare, non è il solo cash (non lo è affatto!) a trasformare in Salento ciò che Salento non è, sono allora i parametri culturali, storici e sociali i soli a poterci dire, in via definitiva, come stanno realmente le cose. Ebbene, tanto per cominciare, e questo è sicuramente il punto più incontestabile, il capo di Leuca rappresenta la propaggine meridionale più estrema oltre cui, mare a parte, non c'è davvero più nulla.

il problema è a nord! Per quanto riguarda il versante adriatico, ci si deve spingere appena al di fuori della città di Brindisi, esattamente a Torre Guaceto...(continua)


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