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Titolo: Rinasce 'Trappito Stracca', strappato al degrado. Recuperato il frantoio ipogeo
Data: 27/06/2016 Fonte: lecceprima.it
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Rinasce 'Trappito Stracca', strappato al degrado. Recuperato il frantoio ipogeo

News: ALEZIO – Un minuzioso e capillare lavoro di recupero e valorizzazione per strappare l’avamposto storico dal degrado e dall’abbandono. E già in queste sere d’estate il Trappito Stracca, nella distesa rurale aletina, torna anche a brillare, a partire dalla notte illuminata delle “masserie sotto le stelle”, per fare un suggestivo salto all’indietro nel tempo per rivivere le antiche tecniche della coltivazione dell’olio, del vino e del grano e per dare lustro all’antico frantoio ipogeo riportato per buona parte al suo antico splendore. Oggi il Trappito Stracca, che sorge lungo l’omonima strada vicinale nell’agro di Alezio, rivive la sua seconda giovinezza e grazie alla gestione di Simona Schirosi e Pompeo Demitri e al progetto di riqualificazione portato in auge con il sostegno della Regione e dei fondi comunitari, si è trasformato in un’accattivante masseria didattica aperta ai ragazzi delle scuole ed al turismo rurale, con l’illustrazione dei cicli di lavorazione antichi e moderni dell’olio, del vino e del grano. Così l’area dell’anzidetto mulino vecchio e della vecchia aia divengono zona di transito, soggiorno e fulcro di antiche e suggestive conoscenze storiche e lavorative.

La struttura altro non è che l’esempio tradizionale di edilizia rurale nelle campagne di Alezio, composto di un fabbricato del 1600 che sormonta uno splendido frantoio ipogeo del XIVesimo secolo. Solcando i tredici gradini che spingono ad entrare nella storia ecco che il trappito restituisce le emozioni e le fatiche del nakiro e del suo equipaggio, protagonisti dell’arcaica industria dell’olio lampante che, sui bastimenti commerciali caricati nel vicino porto di Gallipoli, viaggiava per i mari di tutta Europa. La scuola di cucina in loco insegna a realizzare, col grano molito sul posto e con la cottura del forno a legna, il pane di grano, pucce, frise, orecchiette, la pasta fatta in casa con trafile di bronzo. E poi ancora la cotognata, la mostarda, le marmellate e ovviamente l’olio e il vino. E il tutto permette di assaporare il frutto delle colture locali trattate secondo le ricette recuperate della civiltà contadina. Il posto, conosciuto per la toponomastica locale come mulino vecchio, si propone anche per eventi culturali, meeting, rassegne e presentazioni di opere, con la bellissima aia zoccata nella roccia che è un palcoscenico naturale anche per pièce artistiche e balli popolari...(continua)


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